domenica 17 gennaio 2010

“COME SE…” IL MANDALA DI LUCE


La città si dipana laggiù in strade e rioni, poi s’arrampica sulle colline e il verde pian piano domina la scena.
Dall’altra parte c’è il mare, lo so, una virata e la scia bianca e imprecisa sulla spiaggia s’allontana, a delimitare quello spazio impermanente tra terra e acqua.
La scia si fa sempre più sottile, un’impennata ci solleva in alto.

Chiudo gli occhi, non voglio vedere le hostess e i loro gesti, affido la mia vita.
Solo un respiro accanto a me, è quanto mi basta sapere.

Mi sento mia… solo di me stessa e so che qui, questa mia appartenenza è salvaguardata.
Chiunque sta accanto a me deve essere così, solo di se stesso.
Le hostess hanno finito, potrei aprire gli occhi, volgere lo sguardo, parlare, organizzare qualcosina tipo: libro, musica, la comunicazione. Oh, no! Qui non ci sono regole per cui: mi permetto questo stare con me stessa, e non essere sola, quanto voglio.
So che non mi raggiungerà nessuna domanda o interferenza o curiosità… eppure so che sono guardata, osservata, custodita, curata.

Così voglio le cose: pure, nitide, essenziali. Voglio respirare, profondamente, in tutto.
Anche le piccole cose come partire per un viaggio.
Il massimo della presenza silenziosa.

Esserci, sentire di esserci, sentirlo così tanto che… è superfluo comunicarlo.
Anzi, dirselo, abbassa la portata di questo abitare sulla Terra.
Se sono tornata, se siamo tornati… è per brillare, per essere stelle.

Così il viaggio è mio, solo mio. Suo, solo suo.

Oh, viaggiamo sempre così, tutti, ciascuno nella propria astronave, soli e illimitati.
Tocchiamo stelle e galassie, ciascuno per conto suo, e sai perché?
Perché, perché, quando siamo partiti da lassù, o è un quaggiù? o un dentro? un tutto e dappertutto? abbiamo lasciato ben aperta la porta verso l’infinito.

Quindi noi due, stavamo là, ancora ci stiamo.
Come faccio a dirlo? Ehhhh… basta guardare come legge le mie poesie, come mi sta passando lo zucchero per il caffè.
Stavamo, stiamo in tanti qui, nella nostra galassia, balliamo, cantiamo.
Ma… io volevo… giocare.

Così mi sono guardata attorno, ho acceso un po’ di antenne, ho lanciato un “bip bip”, “joco joco”… “joco joco!”…
E continuavo la mia danza là, tra la polvere di stelle.
Era una scia il mio “bip bip” tanto che… ad un certo punto, qualcuno pattinava, volteggiava, danzava, accanto a me.
Sì, è così, come adesso che siamo qui, su due seggiolini di un aereo a continuare il canto e la danza.
Ma io volevo un gioco… piccolo piccolo, criptato e nello stesso tempo, potente.


- Ce l’ho dentro il gioco, vuoi sapere com’è?
Immagina un quadrante luminoso, tutto colorato. Hai presente un… mandala di luce?
Il mandala di luce è un pannello di bronzo, oro, anche ferro o rame, tutte cose che trovi tra le stelle. All’interno ci sono tanti tasselli di luci colorate. Ti metti vicino al mandala, lui s’illumina e le sue luci cambiano in continuazione, sembra che ti parlino, ti suonino qualcosa.

Il bello è che se ci vai davanti, al mandala, lui sprigiona una serie di colori con un certo ritmo, una certa tonalità lui, in quel momento parla… con te! E forse parla di te…
Sì perché che ci vada tu davanti al pannello, o ci vada un'altra persona, i colori cambiano! Cambia la risposta. Insomma ti incanta, ti prende; t’allontani e torni indietro, fai un gesto, una parola, un respiro e il mandala saltella di luci, risponde veloce o lento… dipende da te. Poi improvvisamente, una sequenza di luci nuove scorre, parte da un pannello e attraversa tutti gli altri, allora sai che ora stanno parlando tra loro, si stanno resettando su quello che tu hai detto e, prima di dare la risposta a te, si consultano. Lo senti… che stanno parlando di te con la luce… particelle di energia luminosa per dire che sanno di te, ti conoscono e tu, così, sai che… sei sempre luce. In qualsiasi cosa fai e pensi, loro, i tuoi mandala di luce, i tuoi pensieri alti e le tue strutture intellettive, ti vedono sempre fantastica incantevole e eccezionale, tanto che non ci può essere niente di meno che la luce per parlare di te.

Io lo vivo questo e mi sento… amata.

Dal pensiero? Sì, il mio pensiero ora mi dice quello che il cuore già mi ha fatto sentire.
Oh, che piedistallo di cristallo il mio!

Ecco, sono presa, esco dalla porta e tutto tace, le luci si smorzano. Rientro e tutto mi fa festa, i mandala s’illuminano per me!… capisci? altra vibrazione, altri colori, altra musica! Per me! È l’incanto. Comincio a girare, a solleticare le loro… mie parole magiche, fatte di colori e suoni, perché so, a questo punto che, essi stanno parlando con me, stanno parlando… di me.
E, da dove mi può venire tanta luce così “una” con me? L’improvvisazione di una vibrazione e di una risposta, per me, sempre nuova e avvincente… una luminosità così armoniosa e mia se non dalle… mie!… stelle!
Da ciò che sono... dentro di me!

Di più, sono io che parlo a me stessa con il linguaggio… delle stelle!
Qui, volevo arrivare, io.

Ora lo so. Oh! che giro lungo ho fatto tra compagni e compagne di viaggio per arrivare qui a chiacchierare con le mie stelle! Ora, sai che voglio fare? la porterò fuori di qui questa danza di colori e suoni, ora questa magia la voglio ritrovare e giocare... nel mondo!
Così, improvvisamente, il quadro luminoso si accende davanti a me, per me, grande e vivo, e mi parla con le sue luci… risponde al mio ultimo, per ora, Pensiero.
Parole di luce, di suoni ed armonie, parole… di stelle!

Sono parole intense, vive… profonde.

Ma non pensare ad una profondità sul “significato” come siamo abituati a coglierlo nel mondo di fuori.
Queste parole delle stelle hanno una loro profondità “fisica”, “spaziale”.
Le parole vanno dentro dentro. Dentro me? dentro chi? Dentro se stesse, avvolgendosi in me. Solo allora io le posso “sentire”, “ascoltare”, “toccare”, solo dopo che esse hanno conquistato un territorio in me, si sono sprofondate, impiantate, lunghe e profonde in se stesse dentro la mia carne e il mio pensiero.

Allora il loro parlare è un “risuonare” un distribuire potenzialità e significati che sono spaziali, temporali, sono forza, sostanza... parole che sono agire, fare, costruire, creare.
Mi vengono in mente i semi venuti dalle stelle… e al solo pensare questo, mille tempi, spazi, storie, conoscenze, spalancano le loro porte. S’illuminano antri lontani, caverne di roccia calda e accogliente. Bisbigli, segreti, sussurri… tutte le grandi tradizioni criptate e custodite, pronte per essere regalate al mondo.

Le Parole, a volte sono… specchi, mi riconducono a me stessa attraverso ciò che l’altro dice di sé.

A volte sono pozzi di san Patrizio, allora una sola parola apre mille e uno portali verso l’azzurro ma anche giù giù, verso il buio ma… là, in fondo, nel buio e nel freddo, sento… uno scorrere d’acqua, di freschezza che attira, mi fa sentire che posso, sì, posso andare in fondo ad una parola e in fondo a me stessa… anche salendo su un aereo con… non so chi, ad andare non so dove. Alla fine, una Parola incontrerò ed è sempre una mia parola.

Ecco, sembra che sto solo sul sedile di un aereo ma dove sono andata già? E il viaggio è appena cominciato! E ancora non sono sul mio rompighiaccio! Perché è là che sto andando. Io, sto andando a casa. Questo viaggio mi porta là nell’aurora, sto andando… dove nasce la luce. Dove io nasco, nuova, ogni giorno.

E ancora non ho detto una parola con chi mi sta accanto!

Perché perché, sai a questo punto... qui si attiva il mandala di luce!
Ogni parola, ogni sguardo… un rosone di mille colori, una sinfonia.
Ancora sto con gli occhi chiusi, ora me la gusto per me questa danza dei mandala, mi voglio impregnare di forze di luce perché… io voglio essere mandala, luce colore e musica!
Adesso proprio lo vedo, di più, lo sento e mi sento.

È un pannello luminoso… sono io.
Il mio corpo, la mia psiche, ogni attimo mille e mille pensieri, lo scorrere dell’energia colorata. Parti in luce, altre in ombra, la sorpresa, il lasciar fare all’impulso che, da solo, nasce dentro me e diventa i rossi i gialli, gli azzurri i viola di questa sinfonia che sono.
Io? Sì, insieme a tutti voi. I mandala comunicano sempre tra loro, è qui la loro forza, insieme alla sorgente in se stessi. Se dalla psiche viene il colore, dall’emozione viene l’intensità, la leggerezza e… l’attrazione che queste vivissime luci mi regalano. E… le emozioni, le attrazioni da dove nascono? Da tutti coloro che attorno a me brillano come me e con me interagiscono. Tutti!

Ma, dove sta ciò che mi dà l’emozione più intensa, di più, mi fa fare quel balzo che ho compiuto quando sono arrivata quaggiù, all’inverso? Ecco, la consapevolezza e la forza mi lanciano tra le stelle, diventano quella spirale sulla quale mi arrampico veloce e che ripercorre quel vortice in cui mi sono lanciata per arrivare qui, sulla Terra.
La consapevolezza viene dal… vedermi… sentirmi mandala di luce.
È il momento in cui la presenza a me stessa si apre, si apre la soglia e ciò che sono dentro è uno con ciò che sono fuori.
Tutto questo… è... nel momento in cui mi vedo e mi sento… mandala di luce.
Ora… dite tutto questo di voi. È così.
E io, interagisco con i miei fratelli, che si danno il nome di “mandala di luce”, “cavalieri della luce”, così.

- Ecco perché ho detto “joco… joco!”.

E, da lassù o laggiù, dove siamo Uno, è bastato un attimo di danza vicini e… e… siamo precipitati, dolce abisso! Giù giù, dentro noi stessi.
Un vortice, una corsa pazza e quasi inconsapevole, onde, particelle, atomi, molecole, dei semini ed un utero, sistemi e apparati… il mio corpo… il mio cervello, la mia rete di connessione… il respiro e caldi abbracci.

Io, davanti a tutto ho detto una “a”, ovvero ho messo chet, archetipo 9 - accogliere - cedere - lasciar fare e essere - insomma… il femminile e mi sono detta: “a.. a..”, “voglio essere donna!”.
Lui, lui che precipitava con me, s’è trovato un po’ spiazzato, non aveva scelta… gli sembrava, ma guardandosi meglio e poi, soprattutto… guardando me: “o” “o!” ha detto. È arrivato kaf, 11° arché - penetrare(!) - la freccia - la lancia… il maschile.
(Mi sto divertendo eh, a ritrovare questo deja-vu! mio figlio chiede: “Perché ridi da sola?”).
Ecco, è andata così, prima sono nata io… la donna, poi lui… l’uomo. La Genesi dice un po’ diversamente ma quello è solo uno stereotipo.
E così… dalla “a” di lei, è nata la “o” di lui.
Attenti, attenti con le parole, anzi, attenti già dalle lettere! Vi giocate la vita!

Quella letterina… “a”... “o”... sono arché.
Ora prova a dire lentamente: “Aaaa… rrrr..r…r …r … c..c..c… h..hhh…éé…ééé…” lo vedi l’arco? Traccialo con il braccio davanti a te… la vedi la letterina, il seme di luce brillante e fecondo che si dà un tempo e uno spazio nel percorso che il tuo braccio fa?
Stai conquistando un territorio nel vuoto del cielo dicendo e agendo una “a”, una “o” e qualsiasi altra lettera.

Prendi coscienza così, con questo semplice gesto, del tuo essere il creatore del tuo giorno.
La Parola è archè… ponte… seme tra l’abisso e il sole.
Ecco qua. Poi ci siamo paracadutati lontano, ma che vuoi che sia la distanza per chi… vascella nel cosmo!

Io, appena arrivata sulla Terra, mi sono divertita a fare la bambina impertinente e, quando ho fatto il passo di “diventare adulta” mi son tenuta ben aperta la porticina del “joco joco” e… non ho buttato la chiave!
Così, ogni tanto, mi “criptavo” mi avvolgevo nel mio mondo magico.
È da qui che un giorno… in fondo a me stessa ho percepito un “bip bip”… un “joco joco” sottile ma… unico, sicuro, inconfondibile!
È stato un attimo. Ho mollato tutto. Mi sono organizzata e ho seguito il fievole… di più, il piacevole “essere chiamata per nome” di quel suono.
Tanta nebbia, polvere, strade confuse, niente indicazioni di percorso… ma, qualcosa, dentro, “risuona” e risponde “bip bip”… “joco joco!”.

Così è accaduto! Davvero! È passato per un bip bip… passa per un impulso!
Ancora oggi. Ma è la vibrazione della mia vibrazione, per adesso. Tanto basta.
Ora… gioco… giochiamo quaggiù.
Come lassù. O è un quassù come laggiù?

“Bella stella dimmi tu? Cosa vedi da lassù?”.
“Da quassù io vedo te. Da quassù io vedo te…”.

Sì, così cantavo tempo fa mentre giocavo a palla in cortile. E poi:

“Bella stella dimmi tu cosa vedi da quaggiù?”.
“Da quaggiù io vedo te…”.

Ancora giochiamo… danziamo e cantiamo... ridacchiamo nel nostro mandala di luce.

Emma
5 maggio 2009

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